mercoledì 3 dicembre 2025

16 giorni di attivismo - 3 Dicembre: Reti Misogine

 



Dai forum incel ai canali estremisti, la misoginia organizzata alimenta la radicalizzazione in tutta Europa.

👉 L’80% dei discorsi d’odio online prende di mira le donne (UNESCO, 2024).

Sebbene la Direttiva UE 2024/1385 rappresenti un passo fondamentale nel criminalizzare l’incitamento online alla violenza di genere, spetta ora agli Stati membri implementare leggi nazionali che affrontino direttamente queste reti, garantiscano l’applicazione delle norme e proteggano le donne online.

Chiediamo di includere la responsabilità maschile nelle strategie di contrasto alla violenza, integrando misure specifiche sul comportamento maschile nei piani d’azione nazionali e tutelando i finanziamenti destinati alle organizzazioni delle donne.

#16Days #NoExcuse #ACTtoEndViolence


martedì 2 dicembre 2025

"Mai più sotto scacco, mai più sotto ricatto": partecipazione di LEF Italia al Convegno di Fidapa BPW Italy Distretto Centro

 

LEF Italia ha partecipato, il 29 e 30 novembre a Roma, all’Assemblea del Distretto Centro di FIDAPA BPW Italy, organizzata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Nel corso dell’evento si è tenuto il convegno “Mai più sotto scacco, mai più sotto ricatto”, ospitato presso l’Hotel Donna Laura Palace.
L’incontro ha rappresentato un momento di confronto intenso e partecipato, dedicato al contrasto alla violenza di genere e alla promozione di una cultura basata sul rispetto, sull’equità e sul riconoscimento dei diritti delle donne.

LEF Italia ha portato il proprio contributo al dialogo, condividendo prospettive e impegni per rafforzare la prevenzione, il sostegno alle vittime e il cambiamento culturale necessario a eliminare ogni forma di discriminazione e violenza.

16 giorni di attivismo - 2 Dicembre: Istigazione all’odio o alla violenza online (Articolo 8 della Direttiva UE)



Metti a tacere la misoginia.

Nel caso Motherless, un uomo noto come “archie147” ha caricato immagini voyeuristiche e manipolate tramite IA raffiguranti donne sottoposte a orribili atti di mutilazione e omicidio. Sotto queste immagini, gli utenti discutevano apertamente su come avrebbero fatto del male alle donne ritratte, arrivando persino a offrire taglie per abusarne.

Si tratta di istigazione all’odio e alla violenza online, così come definita dall’Articolo 8 della Direttiva UE sulla lotta contro la violenza sulle donne.

Ma c’è speranza. L’indignazione pubblica ha portato a una riforma storica: il nuovo Codice Penale ungherese ora include il reato di “aggressione online”, allineando la legislazione nazionale agli standard europei e rendendo punibile l’istigazione, la glorificazione o la messa in atto di violenza contro le donne nel digitale.

Perché la violenza digitale è vera violenza, e le donne meritano sicurezza, dignità e giustizia sia offline che online.

Chiediamo:

  • L’applicazione dell’Articolo 8 della Direttiva UE sull’istigazione online.

  • Obblighi per le piattaforme di rimuovere rapidamente contenuti misogini.

Dobbiamo pretendere regolamentazioni più forti e maggior supporto per chi subisce questi abusi. 

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#16Days #NoExcuse #ACTtoEndViolence

lunedì 1 dicembre 2025

16 giorni di attivismo - 1 Dicembre: Cyberflashing (Articolo 7 della Direttiva UE)

 



Il cyberflashing è un reato.

Quando un uomo di 39 anni ha inviato immagini non richieste dei suoi genitali a una ragazza di 15 anni, è diventato il primo uomo condannato in base alla nuova legge britannica sul cyberflashing.

👉 Il 60% delle giovani donne ha ricevuto immagini esplicite indesiderate online (Glitch UK, 2024).

👉 Solo pochi Paesi dell’UE criminalizzano esplicitamente il cyberflashing.

Chiediamo:

  • Riconoscimento giuridico del cyberflashing come reato sessuale in tutti gli Stati membri dell’UE.

  • Prevenzione attraverso educazione e sensibilizzazione.

  • Responsabilità delle piattaforme e strumenti di segnalazione centrati sulle sopravvissute.

#16Days #NoExcuse #ACTtoEndViolence

domenica 30 novembre 2025

16 giorni di attivismo - 30 novembre: Cyberstalking (Articolo 6 della Direttiva UE)



Per le donne nella vita pubblica (attiviste, giornaliste, politiche, ecc.) il cyberstalking è costante. 

Ricevono minacce, profili falsi, messaggi come “so dove vivi” e molestie coordinate. Alcune lasciano la politica; altre restano in silenzio perché le loro denunce non ottengono risposta.

Il cyberstalking distrugge più della privacy: erode la democrazia, allontanando le donne dagli spazi pubblici.

La Direttiva UE (Articolo 6) definisce e criminalizza il cyberstalking, garantendo ordini di protezione transfrontalieri e un riconoscimento uniforme in tutti gli Stati membri. Ma la protezione deve raggiungere le sopravvissute ora, non dopo anni di paura.

👉 1 donna su 4 che ha subito cyberstalking ha anche subito un’aggressione fisica (EU FRA, 2023).
👉 Molte unità di polizia nell’UE non hanno una formazione adeguata per indagare o riconoscere lo stalking digitale.

Chiediamo:

  • Formazione obbligatoria per le forze dell’ordine sul cyberstalking.

  • Ordini di protezione per le sopravvissute che si estendano anche agli spazi digitali.

La privacy è sicurezza.

#16Days #NoExcuse #ACTtoEndViolence

sabato 29 novembre 2025

21-23 Novembre: Riunione EWL a Budapest con la partecipazione di LEF Italia

LEF Italia ha partecipato per tutto il weekend, dal 21 al 23 novembre, al Board Meeting e alla Conferenza dei Gruppi Strategici dell’European Women’s Lobby (EWL) a Budapest. Delegazioni di oltre 40 organizzazioni europee per i diritti delle donne, tutte membri della EWL, si sono riunite per lavorare agli obiettivi strategici del prossimo EWL Strategic Framework 2027–2031.

Momenti come questo sottolineano la volontà e l'impegno costante di LEF Italia nella partecipazione alle politiche europee e quindi alla creazione di un'Europa sempre più a misura di donna.






16 giorni di attivismo - 29 novembre: Deepfake (Articolo 5, parte 2 della Direttiva UE: “Manipolazione non consensuale di immagini”)


 

I deepfake privano le donne del controllo sul proprio corpo.

L’Articolo 5 della Direttiva UE riconosce questo abuso, ma il suo ambito di applicazione esclude ancora molti strumenti di “nudificazione”, che permettono agli utenti di generare immagini di nudo false di persone reali semplicemente caricando una foto.

Questa pratica è una violazione del consenso, una minaccia alla dignità personale e un nuovo fronte della violenza di genere.

👉 Secondo Sensity AI, circa il 90–95% dei deepfake online è pornografico (non consensuale) e circa il 90% di essi raffigura donne.

Dobbiamo chiedere normative più forti e un maggiore supporto per chi subisce questi abusi. CONDIVIDI QUESTO POST per diffondere consapevolezza.

Insieme, rendiamo internet un luogo sicuro per donne e ragazze!

#16Days #NoExcuse #ACTtoEndViolence

venerdì 28 novembre 2025

16 giorni di attivismo - 28 Novbembre: il Revenge Porn


Condividere senza consenso è violenza.

Una personalità britannica della reality TV pensava che un momento privato fosse al sicuro. Ma poi il suo ex-partner ha caricato un video sessuale di lei su OnlyFans senza consenso, per profitto e umiliazione. È stato successivamente condannato per voyeurismo e per aver divulgato immagini sessuali private con l’intento di causare angoscia.

Lei è sopravvissuta, ma la maggior parte delle vittime non viene creduta né protetta. Dimostrare “l’intento” è spesso un ostacolo legale impossibile. In tutta Europa, casi come il suo stanno aumentando rapidamente: l’helpline britannica sul revenge porn riporta un incremento del 106% degli incidenti in un solo anno.

👉 Le vittime spesso affrontano un trauma secondario quando la polizia o i tribunali minimizzano i loro casi.

👉 1 donna su 10 nell’UE ha subito abusi sessuali basati su immagini (EIGE, 2023)

La condivisione di immagini intime senza consenso è una forma di violenza sessuale, ma in tutta Europa la protezione legale rimane disomogenea e frammentata.

La Direttiva UE riconosce gli abusi sessuali basati su immagini come reato in tutta Europa. Armonizza le definizioni, chiude le lacune e dice alle sopravvissute: non siete sole.

Insieme possiamo lavorare per un ambiente online più sicuro per tutti.

#16Days #NoExcuse #ACTtoEndViolence